Quali sono le alternative migliori allo zucchero tradizionale?

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Lo zucchero è diventato purtroppo una presenza fissa nell’alimentazione occidentale e spesso se ne fa un uso smodato. Una quantità eccessiva di zucchero semplice può determinare la comparsa del diabete di tipo II, altre forme di resistenza insulinica o condizioni infiammatorie croniche a livello della mucosa intestinale.

Molto spesso non facciamo neanche caso a quanto zucchero ingeriamo nel corso della giornata. Oltre ai tradizionali 2 cucchiaini di zucchero che mettiamo nel caffè, dobbiamo considerare che è presente anche nel gelato, nella cioccolata, nei cereali, nei biscotti, nelle bibite gassate, nei succhi di frutta ecc.

Perché consumiamo così tanto zucchero e cosa può provocare?

Come ci spiega il biologo nutrizionista a Udine Mauro Meloni, lo zucchero aumenta la produzione di endorfine, neurotrasmettitori implicati nei circuiti neuronali della gratificazione. In pratica molti soggetti trovano soddisfazione nell’assumere lo zucchero, che tra l’altro crea anche dipendenza.

Per i soggetti predisposti o piuttosto sedentari lo zucchero diventa molto pericoloso, soprattutto a livello endocrino e metabolico. L’abuso di zucchero è considerato la causa principale dell’obesità, una patologia sempre più diffusa soprattutto negli Stati Uniti, dove si segue un regime alimentare poco equilibrato e ricco di grassi e zuccheri. Esistono sul mercato alternative valide allo zucchero, da scegliere in base alle proprie esigenze.

I dolcificanti sintetici

La necessità di trovare alternative allo zucchero ha spinto la comunità scientifica a sviluppare sostanze che simulassero il potere dolcificante del saccarosio e dello sciroppo di glucosio, presente in molte bibite gassate, senza però apportare eccessive calorie o intervenire a livello metabolico. I dolcificanti sintetici più diffusi sono: l’aspartame, la saccarina e l’acesulfame k.

I dolcificanti sintetici risultano acalorici e fondamentalmente sono molecole create in laboratorio, dotate di un potere dolcificante superiore al saccarosio,

L’aspartame ha un potere dolcificante 200 volte maggiore rispetto allo zucchero, mentre la saccarina addirittura 400 volte maggiore. Con 200-400 grammi di saccarosio quindi si ottiene lo stesso sapore dolce garantito da un grammo di dolcificante.

Bisogna però considerare che non si conoscono ancora bene gli effetti a lungo termine sull’organismo, perciò è consigliata una dose massima quotidiana di dolcificanti sintetici che non andrebbe superata. L’utilizzo di questi dolcificanti è sconsigliato, o quanto meno andrebbe limitato, in condizioni fisiologiche particolari come allattamento e gravidanza.

Inoltre alcuni studi, che necessitano però di ulteriori conferme, lasciano intendere che queste sostanze possano in qualche moda influire sulle funzioni endocrine e metaboliche dell’organismo, stimolando indirettamente la produzione di insulina ed interferendo sui mediatori che regolano il senso di sazietà.

I dolcificanti naturali

I dolcificanti naturali sono già presenti in natura e alcuni vengono estratti da altre matrici alimentari. Tra i più comuni ci sono il fruttosio e la stevia.

Il fruttosio ha avuto una grande diffusione negli anni ’90 come alternativa al saccarosio, in particolare per i soggetti diabetici. Ha un potere dolcificante alto e quindi un indice glicemico inferiore, tuttavia è considerato un “metabolic deranger”, cioè un disturbatore metabolico poiché può provocare complicanze a livello epatico. Analizzando le sue caratteristiche si può dire che il fruttosio è fortemente lipogenetico (dopo essere scomparso a livello epatico porta alla sintesi dei trigliceridi), non stimola la lepitina né la grelina (che rispettivamente regolano la spesa energetica ed il senso di appetito) e stimola meno la secrezione insulinica che riduce il senso di sazietà.

La stevia si ottiene invece da un arbusto del Sud America ed ha un potere dolcificante molto alto, 300 volte quello del saccarosio. È acalorico ed ininfluente ai fini della stimolazione insulinica e del processo metabolico, poiché le sue componenti non sono digerite a livello intestinale. Anche in questo caso non bisogna però abusarne.

Per scegliere l’alternativa allo zucchero più adeguata è consigliabile rivolgersi ad un professionista del settore, tenendo presente che bisogna seguire un’alimentazione corretta e praticare una sana attività sportiva.

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